Nel 2022, ho visto un panificio a Utrecht perdere la sua anima.
Non la ricetta. Non i clienti. L’anima.
Il fondatore, caloroso, instancabile, amato, era il fornaio, il contabile, il responsabile HR, il fattorino. Un giorno, i forni si sono spenti. Non per un guasto, ma per sfinimento. Il peso di troppi ruoli, troppe responsabilità silenziose, aveva seppellito l’azienda sotto strati lenti e invisibili. Nessuna frode. Nessuno scandalo. Solo sovraccarico.
E come spesso accade, è successo senza che nessuno nominasse la vera causa: la confusione di ruoli.
IL PERCHÉ
Se gestisci un’attività con 3–20 persone nei Paesi Bassi, è probabile che tu stia facendo troppo. O peggio: che tutti stiano facendo tutto.
Sembra nobile. Agile. Flessibile.
Ma strutturalmente? È un punto cieco nella governance.
Quando i ruoli si confondono, si confonde anche la responsabilità. Gli errori non vengono visti, le decisioni non vengono verificate, e la fiducia, interna ed esterna, si sgretola. Lentamente. Silenziosamente. Finché non è troppo tardi.
Ecco il paradosso: non è un problema di crescita.
È un problema di rischio.
La governance non inizia quando raggiungi 50 dipendenti. Inizia nel momento in cui circola denaro, entrano persone, e si fanno promesse.
I NUMERI
Restiamo brutalmente pratici.
- €2.700: sanzione media da parte della Belastingdienst per dichiarazioni IVA inesatte (sì, anche per errori onesti).
- 41% delle microimprese olandesi che falliscono lo fanno per cattiva gestione interna, non per fallimento del mercato.
- 20–30 ore/mese: tempo perso a causa della mancanza di chiarezza sui compiti nei piccoli team (fonte: ZZP Nederland, 2024).
Ogni ruolo non definito = un rischio non preso in carico.
E nei Paesi Bassi, dove la responsabilità nelle BV è personale, la mancanza di chiarezza può costarti la casa, non solo l’impresa.
QUELLO CHE NESSUNO TI DICE
“Qui ci si aiuta tutti a vicenda.”
Questa frase, per quanto bella, è spesso letale.
La cultura imprenditoriale olandese ama la gezelligheid, quello spirito di convivialità e vicinanza. Ma nella governance, troppa familiarità diventa complicità.
Ecco cosa evitiamo di ammettere:
Nelle microimprese, il peggior “truffatore” non è un ladro.
È il fondatore in buona fede che evita le conversazioni difficili sulla responsabilità.
Se nessuno sa chi verifica le decisioni, tutti pensano che qualcuno lo stia facendo. Ed è così che prosperano i furbi, e si bruciano i migliori.
BUSSOLA DECISIONALE
Chiediti oggi:
- Chi approva le spese e chi le controlla?
- Sono l’unico a conoscere le password, i contratti o i rischi?
- Se sparissi per 10 giorni, qualcosa funzionerebbe ancora in modo etico?
- I miei collaboratori conoscono i loro limiti, non solo i loro compiti?
- Ho separato il mio ruolo di proprietario da quello operativo, o mi nascondo dietro l’uno per giustificare l’altro?
RIFLESSIONE FINALE
Una microimpresa ben gestita non è una famiglia.
È una piccola repubblica.
Costruita sulla fiducia, sì, ma sostenuta dalla chiarezza dei doveri.
La leadership etica non consiste nel fare tutto da soli.
Consiste nel creare una struttura in cui gli altri possano essere degni di fiducia, agire e rendere conto, senza paura, vergogna o caos.
Separa i tuoi ruoli non perché sei troppo importante, ma perché l’azienda merita di essere qualcosa di più di te.
E un giorno, quando finalmente ti prenderai quel respiro tanto rimandato, lei sarà ancora lì.
Co-Creator of Xtroverso | Head of Global GRC @ Zentriq
Paolo Maria Pavan è la mente strutturale dietro Xtroverso, che unisce la competenza in materia di conformità con la lungimiranza imprenditoriale. Osserva i mercati non come un trader, ma come un lettore di schemi, tracciando comportamenti, rischi e distorsioni per guidare la trasformazione etica. Il suo lavoro sfida le convenzioni e riformula la governance come una forza per la chiarezza, la fiducia e l'evoluzione.