Paolo, sei passato dal dover bere una bottiglia di gin al giorno per riuscire a funzionare, al non toccare più una goccia di alcol da un giorno all’altro. Come sei riuscito a fare questo cambiamento?
Questa è una storia che mi sta molto a cuore, e non si tratta solo di smettere di bere. È un cambio di prospettiva, una decisione radicale per riprendere il controllo della mia vita in un momento di assoluta chiarezza.
Vedi, il bere non riguardava solo l’alcol. Era un modo per anestetizzarmi dalle pressioni, dalla fatica e dal vuoto che sentivo in quel periodo. Era la mia via di fuga. Mi ero convinto che ne avessi bisogno per funzionare, per affrontare il caos della mia vita, per sopravvivere allo stress di gestire aziende, aspettative e problemi personali. Una bottiglia al giorno era diventata il mio modo di mettere a tacere tutto quel rumore. Ma il rumore non sparisce—lo sotterri, ma prima o poi riaffiora.
A un certo punto ho capito che il gin non mi aiutava a funzionare—mi stava distruggendo. E non stava influenzando solo me; stava impattando le persone intorno a me, il mio lavoro, la mia chiarezza mentale e la mia capacità di essere veramente presente nella vita. È arrivato un momento—chiamalo un momento di profonda chiarezza o una cruda resa dei conti con me stesso—dove ho compreso che, continuando su quella strada, avrei perso molto più della mia salute. Avrei perso me stesso. La realizzazione mi ha colpito come un treno in corsa. Non è stato un processo lento; è stata una decisione improvvisa, come premere un interruttore.
Quella notte ho preso una decisione. Basta. Non un ridimensionamento graduale, non un “vediamo come va.” Sapevo che per me doveva essere tutto o niente. Ho deciso che se volevo riprendere in mano la mia vita, non sarebbe successo gradualmente. Sarebbe successo in un singolo momento decisivo. Ecco cosa ha funzionato per me—una rottura totale e radicale. La forza di quella decisione non era solo nello smettere di bere. Era nel riconoscere che avevo il potere di cambiare tutto della mia vita, all’istante, se lo avessi scelto. Il gin era solo il simbolo di una trasformazione più grande che avevo bisogno di fare.
La mattina dopo, non era solo che mi fossi svegliato senza postumi. Mi sono svegliato con questa sensazione di libertà, con la consapevolezza di essere tornato al volante della mia vita. Ho capito quanto più chiara fosse la mia mente, quanta più energia avevo, quanto più mi sentivo vivo. Il contrasto era immediato. Era come se tutte le cose a cui mi ero anestetizzato—le mie ambizioni, la mia creatività, le mie relazioni—fossero tornate con un’intensità incredibile. E mi sono detto: “Perché dovrei mai tornare indietro?”
Quindi, come ci sono riuscito? Ho preso una decisione. Una decisione vera. Non riguardava la forza di volontà o resistere alla tentazione—si trattava di decidere, nel profondo, che volevo una vita più grande, più chiara e più potente di qualsiasi cosa l’alcol potesse offrirmi. Non è stato facile, ma è stato semplice: ho fatto una promessa a me stesso che la mia vita, la mia creatività, la mia presenza nel mondo valevano più di qualsiasi fuga in una bottiglia.
Non si tratta di demonizzare l’alcol per tutti, ma per me, il cambiamento non riguardava solo lo smettere con il gin. Riguardava l’entrare in una nuova versione di me stesso. Ed è questa la chiave—che si tratti di alcol o di qualsiasi altro appiglio, la trasformazione avviene quando decidi che sei pronto a diventare la miglior versione di te stesso, senza mezze misure, senza scuse. Solo chiarezza e impegno.
Ecco come ho fatto.