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Il potere informale ha comunque bisogno di supervisione.

Dietro ogni ruolo ufficiale si nasconde una forza non ufficiale. È ora di smettere di ignorare chi tiene davvero il volante.
30 luglio 2025 di
Il potere informale ha comunque bisogno di supervisione.
Paolo Maria Pavan

Nei miei primi trent’anni, lavorai con il titolare di una manifattura a Sondrio (IT) che giurava che “il cugino dà solo una mano con le consegne”. Nessun contratto. Nessuna busta paga. Nessun titolo. Eppure ogni decisione importante, dall’assunzione del personale al cambio del fornitore di farina, passava da quel cugino.

Un giorno, il cugino sparì. Partì per la Spagna senza preavviso. Nel giro di una settimana, la fabbrica crollò sotto il peso della confusione con i fornitori, delle fatture archiviate male e di una furiosa fornaia part-time convinta di essere stata promossa.

Quel cugino non aveva una posizione formale. Ma deteneva il potere.

IL PERCHÉ

Se gestisci un’azienda con 3–20 persone nei Paesi Bassi, è probabile che tu non stia solo amministrando contratti e fogli Excel. Stai gestendo linee invisibili di influenza: partner, coniugi, dipendenti storici, persino freelance carismatici che condizionano le decisioni più di quanto l’organigramma ufficiale lasci intendere.

Questo è rilevante per una sola ragione: governance. Non quella burocratica, ma quella che previene il caos, protegge la fiducia e garantisce continuità. Quando il potere informale non viene riconosciuto, si creano punti ciechi. E sono proprio quelli a esplodere quando le cose vanno storte.

Il controllo non è una punizione. È il modo in cui tuteliamo le persone e le promesse a cui teniamo.

I NUMERI

Parliamo di struttura:

  • €1.750–€4.200 è il costo medio per sostituire una figura chiave in un’azienda da 10 persone. Questo costo triplica se la persona aveva un’autorità informale non documentata.
  • In oltre il 60% delle dispute nelle microimprese olandesi, il conflitto coinvolgeva qualcuno senza ruolo formale, ma con influenza sulle decisioni.
  • Non dichiarare gli “influencer ombra” nelle policy interne o negli accordi tra soci può portare a violazioni di compliance, soprattutto in base alla normativa olandese su UBO (Ultimate Beneficial Owner) e AML.

L’assenza di controllo non elimina la responsabilità. La rende solo più difficile da rintracciare.

COSA NESSUNO TI DICE

Idealizziamo l’informalità.

“Gestione familiare.”

“Struttura piatta.”

“Tutti danno una mano.”

Suona caldo. Onesto. Efficiente.

Ma nella realtà? L’informalità può diventare il camuffamento del potere.

Quando l’influenza si nasconde dietro la fiducia, la lealtà o il carisma, sfugge al controllo. E sfugge anche alla responsabilità. La persona di cui ti fidi di più può essere anche il rischio più grande e incontrollato per la tua azienda, non per cattiveria, ma perché nessuno ha mai definito il suo ruolo.

E se se ne va? Spesso se ne va anche l’azienda.

BUSSOLA DECISIONALE

Chiediti:

  1. Chi influenza davvero le decisioni chiave nella mia azienda, ed è formalmente riconosciuto?
  2. Se quella persona sparisse domani, quale know-how operativo porterebbe via con sé?
  3. Le mie policy e i miei accordi riflettono i ruoli effettivi o solo i titoli ufficiali?
  4. Ho mappato il potere informale nella mia organizzazione, non per controllarlo, ma per proteggerlo?
  5. Quali parti della mia attività si basano solo sulla fiducia e potrebbero trarre vantaggio dalla struttura?

RIFLESSIONE FINALE

Nelle piccole imprese, spesso confondiamo la visibilità con la verità. Vediamo chi firma i documenti, chi possiede le quote, chi siede alle riunioni. Ma il vero potere è più silenzioso. Si muove attraverso relazioni, abitudini e sottintesi che nessuno documenta.

Il controllo non riguarda la sfiducia.

Riguarda il rispetto della realtà.

Perché alla fine, la tua impresa non è solo un insieme di ruoli. È un sistema di conseguenze. E merita di essere compreso, non solo presunto.

Il potere informale ha comunque bisogno di supervisione.
Paolo Maria Pavan 30 luglio 2025
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