C’è una confusione silenziosa che incontro spesso nelle sale riunioni, nelle call su Zoom, nei documenti aziendali macchiati di caffè: una strana convinzione secondo cui la gentilezza sia una forma di compliance. Come se essere gentili, sorridere in riunione o tollerare gli errori “perché siamo tutti umani” bastasse per adempiere ai nostri doveri etici e professionali.
Chiariamo subito: la gentilezza è una virtù. La compliance è una responsabilità. Le due cose non sono intercambiabili. Confonderle non è solo ingenuo: è pericoloso.
Il crollo dei gentili
Anni fa ho lavorato con una piccola azienda dove tutti erano “gentili”. Il CEO dava spazio alle emozioni. Il responsabile finanziario si scusava per i ritardi nei pagamenti, sempre. Il team lead spiegava che nessuno voleva essere “duro” nel far rispettare la rilevazione delle ore. Le scadenze slittavano, i rischi si accumulavano, e quando mi chiamarono per intervenire, i contratti erano nulli, i file non protetti, e lo staff emotivamente esausto.
Il loro sistema GRC? Inesistente.
La loro cultura? Annegava nella gentilezza, allergica alla responsabilità.
Quando chiesi perché non si seguissero protocolli basilari, la risposta era sempre la stessa:
“Non volevamo essere troppo rigidi.”
“Ci fidiamo delle nostre persone.”
“Vogliamo creare un ambiente sicuro.”
Ma la sicurezza senza struttura è solo caos al rallentatore.
Gentilezza senza confini
Diciamolo chiaramente: la gentilezza non ha confini definiti. È emotiva. Soggettiva. Codificata socialmente. Puoi essere gentile e allo stesso tempo favorire una frode. Puoi essere gentile e ignorare una cattiva condotta. Puoi essere gentile e lasciare che qualcuno fallisca in silenzio, perché non volevi affrontarlo.
La compliance, invece, ha confini. Regole. Sistemi. Documentazione. Percorsi di escalation. Fa domande scomode. Lascia tracce.
E soprattutto, non si cura se hai avuto una brutta giornata. Protegge l’organizzazione, perché qualcuno deve farlo.
Questo non significa che la compliance sia fredda. Al contrario, è un atto di cura radicale. Non si scrive un processo perché non ci si fida delle persone. Lo si scrive perché le persone sono fallibili. Non si fa due diligence per sospetto. Lo si fa perché la fiducia, senza verifica, è finzione.
I numeri raccontano una storia
Un sondaggio dell’UE del 2024 sulle piccole imprese ha rivelato che oltre il 68% degli episodi di frode interna è avvenuto in ambienti caratterizzati da alta fiducia interpersonale, ma privi di controlli formali di compliance.
Oltre il 70% delle sanzioni GDPR negli ultimi tre anni non è stato causato da dolo, ma da “errore umano” tollerato in nome dell’armonia del team.
Non sono solo statistiche. Sono gli echi di danni evitabili.
La gentilezza senza compliance non evita il dolore. Lo rimanda, finché non si accumula.
Una lezione personale
Una volta assunsi una persona basandomi solo sulla chimica. Sorriso brillante. Buone intenzioni. Nessun controllo. Pensai: “So leggere le persone.”
Tre mesi dopo, i nostri registri finanziari erano un disastro. Non perché fosse malintenzionata. Era sopraffatta, non adeguatamente formata, e troppo spaventata per chiedere aiuto. Ero arrabbiato, soprattutto con me stesso. Avevo scambiato la mia apertura per due diligence. Avevo confuso empatia e governance.
Quello fu il mio errore. E ci costò €14.800 in lavoro correttivo.
Così cambiammo tutto. Niente più regole non scritte. Niente più “fidati di me”. Ora, la gentilezza siede accanto alla compliance, non al suo posto.
- La chiarezza come forma di cura
- Essere chiari è essere gentili.
- Scrivere le cose è essere gentili.
- Avere confini è essere gentili.
- Dire “no” con rispetto è essere gentili.
La compliance non è burocrazia: è una gentilezza con struttura. Non sorride, ma protegge. Non lusinga, ma previene il crollo.
E quando la compliance è fatta bene? Permette alla gentilezza di fiorire senza essere strumentalizzata.
Pensiero finale
Se vuoi una cultura resiliente, giusta e umana, non assumere solo persone gentili. Costruisci sistemi chiari. Forma i tuoi team. Definisci i ruoli. Fai audit. Documenta. Verifica.
Solo allora, sii gentile quanto vuoi.
Perché in quella casa, la gentilezza non è più una scusa. È un dono. Un dono che puoi permetterti di offrire, perché le fondamenta sono solide.
La gentilezza senza compliance è sentimento.
La compliance senza gentilezza è tirannia.
Insieme? Sono governance.
E la governance, caro lettore, è l’amore reso visibile attraverso le regole.