C’è un tipo particolare di ottimismo nel clima imprenditoriale olandese di questo trimestre. Non è un ottimismo da festeggiamenti, ma nemmeno una ritirata. Somiglia di più a quel momento in cui un marinaio avverte il vento cambiare dopo settimane di burrasca: le vele non sono ancora gonfie, ma hanno smesso di sventolare a vuoto. È questa la fotografia che ci restituisce l’ultima Business Survey Netherlands.
La fiducia delle imprese è salita a -3,8, rispetto al -7,5 dello scorso trimestre. Ancora negativa, sì. Ma meno. E per molti imprenditori che si orientano tra l’incertezza post-pandemica, le guerre ai confini d’Europa e catene di fornitura fragili, “meno negativa” comincia ad assomigliare a un piccolo lusso. Specialmente quando nessuno sa davvero cosa stia per arrivare.
Cerchiamo di capire cosa si nasconde dietro ai numeri. Non solo i decimali, ma le realtà vissute che riflettono.
Trasporti, Commercio e il Silenzioso Coraggio del Ricalcolo
Il salto più significativo nella fiducia arriva dal settore trasporti e stoccaggio, che passa da -12,0 a -0,9. Fermiamoci un attimo. Questo è un settore che, più di altri, avverte per primo le scosse geopolitiche e gli aumenti del prezzo del carburante. E ora sta guidando, con discrezione, il cambio di umore.
Perché? Perché la resilienza non si costruisce con i PowerPoint, ma sull’asfalto. Gli operatori logistici, i broker del trasporto merci, gli imprenditori dei magazzini sono abituati a ricalibrare in corsa. Non si affidano alla teoria economica, si affidano alla necessità di far uscire il camion dal deposito alle 7:00, qualunque cosa accada.
Storie simili emergono anche dal commercio all’ingrosso e dai servizi alle imprese, che tornano in territorio positivo. Quando chi media e abilita comincia a sentirsi un po’ meglio, non è un boom. È un segnale: il sistema non ha ancora perso fiducia in sé stesso.
E la fiducia è la moneta che sta sotto tutte le altre.
Agricoltura, Ospitalità e le Crepe da Non Ignorare
All’estremo opposto, agricoltura, ospitalità e commercio al dettaglio continuano a scivolare verso il basso. Gli agricoltori riportano oggi la prospettiva più negativa dell’intero panorama imprenditoriale: -16,3. Un crollo netto, che non è solo un normale ciclo stagionale. È fatica sistemica.
L’ospitalità, spesso cuore delle economie locali, registra ora -13,2. L’ironia? Sono proprio questi i settori più celebrati nei discorsi politici e nelle brochure dal sapore rurale. Ma gli applausi non pagano le fatture. E nessun credito d’imposta può sostituire investimenti strutturali e duraturi nella dignità.
Rischiamo di romanticizzare questi settori mentre li lasciamo senza ossatura. Se la fiducia è un termometro, questo calo è una febbre che non possiamo ignorare.
Carenza di Lavoratori: Da Scusa a Rischio Esistenziale
Un impressionante 36,3% delle imprese oggi segnala la carenza di personale come principale ostacolo operativo. È una percentuale più alta di quella delle aziende che dichiarano di non avere ostacoli.
Chiariamo: non è solo un problema di assunzioni. È una frattura sistemica tra ciò che le imprese richiedono e ciò che la società prepara. Non mancano le persone. Manca l’allineamento tra istruzione, politiche migratorie, scelte di vita e ritmo dell’economia.
E se uno su cinque imprenditori segnala “domanda insufficiente” e uno su dieci vincoli finanziari, è sempre di più il fattore umano a decidere se un’azienda può restare operativa o meno.
Investimenti: Il Centro Indeciso
In apparenza, gli investimenti per il 2025 sembrano stabili. Quasi tanti imprenditori prevedono di investire di più quanti quelli che prevedono di investire di meno. La neutralità è la maschera dell’incertezza.
Il settore degli affitti e del commercio immobiliare è il più ottimista (saldo: +17%), mentre l’ospitalità guida i pessimisti con un -12%. Ma forse il segnale più interessante arriva ancora una volta da trasporti e stoccaggio, che passano da una previsione d’investimento del 3% al 12%. Quando chi muove merci inizia a muovere anche capitale, non sta scommettendo. Sta pianificando.
E pianificare è il primo sintomo di una rinascita.
Perché Questo Conta Più dei Numeri
La fiducia imprenditoriale non è una previsione. È un’impronta digitale. Rivela come gli imprenditori metabolizzano la complessità, non solo con le calcolatrici, ma con l’istinto.
Quello che osserviamo oggi è una forma di ricalcolo prudente. Non è ripresa. Non è disperazione. È una terra di mezzo, dove l’incertezza è messa a bilancio, e l’ottimismo cieco ha lasciato il posto a una resilienza sobria.
Questo momento, questo -3,8, non è solo una statistica. È un termometro dell’anima imprenditoriale olandese: non più congelata, non ancora in ebollizione. Solo cautamente viva.
Riflessione Finale: La Fiducia Non È Una Strategia
Un aumento della fiducia non garantisce stabilità. Va guadagnata, coltivata, verificata. Trimestre dopo trimestre, cliente dopo cliente, fattura dopo fattura. E nel mio lavoro, chiedo sempre:
Stiamo correndo verso la chiarezza o fuggendo dal collasso?
È questa la vera domanda dietro i dati. E dobbiamo porcela con ostinazione.
La fiducia è utile. Ma la struttura è meglio.
I numeri indicano la direzione. L’etica traccia la rotta.
Co-Creator of Xtroverso | Head of Global GRC @ Zentriq
Paolo Maria Pavan è la mente strutturale dietro Xtroverso, che unisce l'acume normativo con la lungimiranza imprenditoriale. Osserva i mercati non come un trader, ma come un lettore di schemi, tracciando comportamenti, rischi e distorsioni per guidare la trasformazione etica. Il suo lavoro sfida le convenzioni e riformula la governance come una forza per la chiarezza, la fiducia e l'evoluzione.
