Introduzione: L’ansia da commercio è diventata la condizione standard per chi esporta
Se gestisci un’azienda che esporta beni, macchinari, prodotti chimici, legname o persino carta, probabilmente percepisci qualcosa di pesante nell’aria. Non si tratta solo di fluttuazioni di mercato o costi in aumento. È qualcosa di più strutturale. Secondo gli ultimi dati CBS (maggio 2025), il 95% dei produttori olandesi che esportano è preoccupato per le politiche commerciali internazionali.
Questa non è una statistica. È un segnale.
E se non fai parte di quel 95%, potresti semplicemente essere troppo lento a leggere l’onda che si sta formando alle tue spalle.
Il nuovo scenario del rischio commerciale: dazi, sanzioni e oltre
I dazi all’importazione sono la preoccupazione principale del 2025
Il timore più diffuso tra le aziende esportatrici? I dazi doganali. A maggio 2025, il 77% degli esportatori industriali li cita come il problema principale, rispetto a solo il 10% nel marzo 2023.
Perché un aumento così drastico? Perché i dazi, oggi, non sono più solo leve economiche: sono strumenti politici. Gli imprenditori si trovano nel mezzo del fuoco incrociato tra le tensioni USA–Cina, le contromisure dell’UE e i nuovi blocchi commerciali che stanno ridisegnando le frontiere.
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Misure non tariffarie: i killer silenziosi della crescita
Oltre il 26% degli esportatori è preoccupato per le barriere non tariffarie: formalità doganali, certificazioni di prodotto, disallineamenti normativi. Potrebbero sembrare dettagli burocratici, ma nella realtà rappresentano una morte lenta per mille tagli per le piccole e medie imprese esportatrici.
I settori più colpiti includono elettronica, macchinari, chimica e metalli di base. Se operi in uno di questi ambiti, lo sai già: quello che prima era semplice attrito oggi è diventata vera e propria perdita per attrito.
Sanzioni commerciali e regole di sostenibilità scalano l’agenda
Circa il 15% delle aziende è preoccupato per i requisiti di sostenibilità, e quasi il 9% cita le sanzioni commerciali come ostacolo rilevante.
Non sono più “soft law”. Sono vere e proprie mine di compliance. Soprattutto per settori come raffinerie, chimica e produzione tessile, dove le regole ESG e le normative transfrontaliere cambiano più velocemente dei tuoi cicli strategici.
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Analisi settoriale: quali industrie esportatrici sono più a rischio?
Settori con il livello più alto di preoccupazione per le politiche commerciali
Settore | Livello di Preoccupazione (Maggio 2025) |
---|---|
Carta & Arti Grafiche | 100% |
Legno & Materiali da Costruzione | 99.5% |
Metalli di Base & Produzione Metallica | 96.7% |
Alimentari & Beni di Lusso | 95.5% |
Elettronica & Macchinari | 95.1% |
Raffinerie & Chimica | 94.8% |
Tessile, Abbigliamento & Pelle | 94.0% |
Mezzi di Trasporto | 81.6% |
In tutti i settori, gli esportatori stanno affrontando una verità scomoda: il contesto commerciale internazionale è diventato strutturalmente instabile.
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Il vero costo delle politiche commerciali: volumi, mercati e margini
Il volume di export è la prima vittima
Tra le aziende che si aspettano un impatto dalle politiche commerciali:
- Il 40% prevede una diminuzione dei volumi esportati
- Il 9% teme distorsioni di prezzo
- Solo l’8% ritiene che non ci sarà alcun impatto (era il 47% a marzo 2023)
Il settore dell’elettronica e dei macchinari è particolarmente esposto: il 60% delle aziende prevede un calo di volume. Il settore dei trasporti, invece, prevede più di tutti un cambiamento nelle destinazioni d’export, ma registra la minore sensibilità sul volume.
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Dall’incertezza alla resilienza: cosa devono fare gli esportatori oggi
Chiariamo un punto: non si tratta di una fase passeggera. È la nuova normalità.
E se gli indicatori macroeconomici ci mostrano le tendenze, non ci danno però la lucidità imprenditoriale necessaria per navigare nella turbolenza.
Azioni chiave per le aziende esportatrici nel 2025:
- Forecasting a scenari multipli: costruisci diversi scenari finanziari considerando la volatilità normativa
- Compliance Heatmap: individua dove sei esposto in termini di dazi, dogane e requisiti di sostenibilità
- Pianificazione della diversificazione dei mercati: non aspettare che un mercato si chiuda, prepara in anticipo i tuoi piani B
- Integrazione del rischio commerciale nella governance: i rischi da politica commerciale devono entrare nel CdA, non restare confinati alla logistica
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Conclusione: la politica commerciale non è una variabile, è una struttura
Se il 95% degli esportatori è preoccupato, non è un segnale di panico. È un’indicazione chiara che la strategia deve evolvere.
Essere imprenditori, oggi, non significa solo vendere all’estero. Significa comprendere che i regolamenti sono un linguaggio. E chi impara a leggerlo non è solo un sopravvissuto: è un leader.
Il commercio non è più un gioco di logistica. È un gioco di resilienza, tempismo e fiducia.
E la fiducia, come dico spesso, nasce dove consapevolezza e preparazione si incontrano.
Co-Creator of Xtroverso | Head of Global GRC @ Zentriq
Paolo Maria Pavan è la mente strutturale dietro Xtroverso, che unisce la competenza in materia di conformità con la lungimiranza imprenditoriale. Osserva i mercati non come un trader, ma come un lettore di schemi, tracciando comportamenti, rischi e distorsioni per guidare la trasformazione etica. Il suo lavoro sfida le convenzioni e riformula la governance come una forza per la chiarezza, la fiducia e l'evoluzione.