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Cliente non ha pagato? Controlla la clausola, non la casella email.

Perché il ritardo del tuo cliente non è il vero problema e come contratti deboli sabotano il tuo diritto a essere pagato.
28 luglio 2025 di
Cliente non ha pagato? Controlla la clausola, non la casella email.
Francesco Cattaneo

Perché clausole di pagamento vaghe rendono la tua fattura legalmente inutile (e come sistemarla)

Quando un cliente non paga, il riflesso è sempre lo stesso: dare la colpa al cliente, all’economia, allo stagista che ha inviato la fattura in ritardo.

Ma facciamo chiarezza. Il problema non è il ritardo del pagamento. È il tuo contratto. O, più precisamente, la mancanza di uno che funzioni davvero.

Hai inviato la fattura. Hai aspettato. Niente.

E ora aggiorni compulsivamente la casella email chiedendoti quanto sia troppo presto per inviare un sollecito. Dovresti chiamare? Sembreresti disperato? Quanto puoi “insistere” prima di rovinare il rapporto?

Domanda sbagliata. Se la fattura resta non pagata, è probabile che tu abbia già perso il tuo potere contrattuale, non perché non sei stato abbastanza assertivo, ma perché il tuo impianto legale è fragile. E spesso il cliente lo sa.

La legge olandese protegge le PMI, se glielo permetti

Secondo la Wet late betalingen (Legge sui Pagamenti Tardivi), le grandi aziende sono legalmente obbligate a pagare le PMI entro 30 giorni, a meno che non si concordi diversamente e in modo equo. Non è un suggerimento. È la legge.

Se sei una piccola BV che lavora con clienti corporate, ricorda:

  • 30 giorni è il termine legale standard.
  • Termini più lunghi (60, 90 giorni) sono validi solo se concordati esplicitamente e non in modo palesemente svantaggioso.
  • Se accetti alla cieca i termini e condizioni generali del cliente, potresti ritrovarti vincolato a condizioni molto meno favorevoli.

Questa protezione esiste. Ma non è automatica. Devi attivarla. Per iscritto. In tempo. Con chiarezza.

Analisi GRC: Senza termini, senza forza

Ecco cosa troviamo regolarmente durante le verifiche GRC nelle piccole imprese:

  • Nessun contratto, solo email e PDF.
  • Termini generali senza alcun riferimento a scadenze di pagamento.
  • Frasi ambigue come “pagamento in tempi ragionevoli” (spoiler: non significa nulla).
  • Nessuna menzione di interessi di mora, penali o diritto di sospendere il servizio.
  • Template ereditati con clausole obsolete di dieci anni fa.

Non è solo una questione di cattiva scrittura. È un fallimento di governance. Un’esposizione al rischio. Una lacuna di compliance. In pratica, stai gestendo la tua attività sulla fiducia, non sul diritto.

Caso reale: l’agenzia creativa che si è fatta fregare

Abbiamo seguito un’agenzia di design olandese a cui una multinazionale doveva €18.000. Dopo 60 giorni di silenzio, hanno iniziato a rincorrere il pagamento, prima con gentilezza, poi legalmente.

L’avvocato ha chiesto le condizioni concordate. L’agenzia ha risposto: “Di solito ci aspettiamo il pagamento entro 30 giorni.”

Aspettativa ≠ obbligo.

Peggio ancora: avevano firmato i termini d’acquisto del cliente, che prevedevano il pagamento a 90 giorni. Nessuna obiezione, nessuna controproposta. Sono entrati in una trappola legale creata da loro stessi. E il cliente lo sapeva.

Cosa deve dire esattamente il tuo contratto

Un contratto non è un ornamento. È uno scudo. Se vuoi essere pagato puntualmente e far valere i tuoi diritti, i tuoi termini devono includere:

  • Scadenza chiara: “Le fatture sono esigibili entro 30 giorni di calendario dalla data di emissione.”
  • Clausola interessi: “Gli interessi commerciali legali (wettelijke handelsrente) decorrono automaticamente dalla data di scadenza.”
  • Costi di recupero: “Tutti i costi extragiudiziali di recupero saranno addebitati secondo quanto previsto dalla Wet incassokosten (Legge olandese sui costi di riscossione).”
  • Diritto di sospensione: In caso di mancato pagamento, puoi sospendere il lavoro o risolvere il contratto.
  • Clausola di priorità: Le tue CGV prevalgono su quelle del cliente, salvo diverso accordo espresso.

Non sono postille decorative. Sono armi finanziarie. Usale.

Gli errori più comuni (e fatali)

Facciamo chiarezza, perché li vediamo ogni giorno:

  • Inviare proposte “amichevoli” anziché accordi formali.
  • Accettare i termini squilibrati del cliente solo per velocizzare l’onboarding.
  • Pensare che gli accordi verbali bastino (non bastano).
  • Non allegare o non fare riferimento alle proprie CGV quando si invia un’offerta.

In diritto olandese, se i tuoi termini non sono esplicitamente inclusi al momento dell’accordo, non si applicano. E i tribunali non concedono seconde possibilità.

Consiglio pratico: registra le tue CGV presso la KvK o il tribunale competente. Ti dà una data certa e una prova tracciabile.

Le clausole di pagamento non sono burocrazia, sono strumenti GRC

Stai ancora trattando le condizioni di pagamento come un dettaglio amministrativo? È il tuo punto cieco.

Dal punto di vista di Governance, Risk & Compliance (GRC):

  • Governance: Hai standard interni per definire e far rispettare le regole di pagamento?
  • Rischio: Stai permettendo ai clienti di controllare il tuo flusso di cassa non definendo i termini?
  • Compliance: Stai davvero sfruttando le protezioni legali a tua disposizione?

Le clausole di pagamento sono strumenti di controllo del rischio, non tecnicismi legali. Determinano liquidità, continuità operativa e, in definitiva, la sopravvivenza del tuo business nei trimestri difficili.

Cosa puoi fare oggi stesso

Se leggendo questo ti sono venute in mente tre fatture ancora sospese, prendilo come un invito a fare pulizia:

  1. Rivedi i tuoi contratti: Se mancano termini di pagamento, interessi o penali, correggili subito.
  2. Standardizza le tue CGV: Assicurati che siano aggiornate, registrate e menzionate in ogni offerta.
  3. Fai valere i tuoi diritti di PMI: Se il cliente è un big, non accettare termini oltre i 30 giorni a meno che siano davvero equi, e “equo” significa concordato e scritto.
  4. Smetti di affidarti ai solleciti: Se i tuoi termini non sono applicabili, i tuoi solleciti sono solo rumore. Lavora con un legale, non solo con il contabile.

Considerazione finale: i contratti non sono carta, sono potere

Se vuoi essere pagato, non supplicare. Non minacciare. Non intervenire troppo tardi.

Scrivi contratti migliori.

Perché alla fine, la legge non protegge i più educati. Protegge i più preparati.

AUTHOR : Francesco Cattaneo

Head of Compliance and Legal Department

Francesco Cattaneo è il Responsabile Legale e Compliance di XTROVERSO™. Avvocato italiano qualificato e esperto di privacy certificato CIPP/E, collega il diritto civile, la regolamentazione digitale e la governance strategica. La sua scrittura sfida la falsa divisione tra diritto e innovazione, dimostrando come regole chiare, se ben formulate, non siano limiti ma strumenti di libertà, protezione e progettazione a lungo termine.

Francesco Cattaneo | Legal Counselor URight

Cliente non ha pagato? Controlla la clausola, non la casella email.
Francesco Cattaneo 28 luglio 2025
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